Charles Baudelaire, il poeta del fango e dell'oro
Aggiornato il 09 Febbraio 2023
Tentare di spiegare un poeta è un’operazione pericolosa. I suoi versi, proprio come opere d’arte, ispirano in ciascuno sensazioni personali, difficilmente uguali. È ancora più complessa l’operazione nel caso di Charles Baudelaire, uno dei più importanti poeti del XIX secolo, di cui il 9 aprile 2021 ricorrono i 200 anni dalla nascita.
Esponente francese chiave del simbolismo, anticipatore del decadentismo, è noto soprattutto per la raccolta “I fiori del male”, considerata la sua opera maggiore. Un canzoniere dagli echi danteschi (il Dante dell’Inferno) con tre figure femminili di riferimento: Jeanne Duval, la donna mulatta cui Baudelaire rimase legato per tutta la vita, in un rapporto sempre tortuoso, madame Sabatier e l’attrice Marie Daubrun. Nelle poesie porta il mito della donna alle elevazioni più sublimi, ma anche ai livelli più infimi. Un dualismo tra voluttà carnale e astrazione spirituale che gli consente di avere l’illusione di vincere la noia, il tempo, la morte. L’opera è divisa in sei parti, di cui la prima “Spleen et Idéal” ne occupa da sola circa i due terzi.
Fu pubblicata nel giugno del 1857, ma la forma poetica e i temi trattati dell'opera fecero scandalo, tanto che un mese più tardi la direzione della Sicurezza pubblica denunciò l’opera per oltraggio alla morale pubblica e offesa alla morale religiosa. Baudelaire e gli editori vennero condannati a pagare una multa e alla soppressione di sei liriche incriminate come immorali.
Ma quello che i censori dell'epoca non riuscirono a comprendere è che la raccolta “I Fiori del Male” era orientata ad estrarre la bellezza anche e soprattutto dal Male: "Tu m’as donné ta boue et j’en ai fait de l’or". (Tu mi hai dato fango e io ne ho fatto oro).
Tre proposte di lettura
"Les Fleurs du mal", naturalmente, il libro compendio ed emblema della poesia moderna. Dolce e atroce, nei suoi versi accoglie il profumo degli angeli e il suono della metropoli, la seduzione della bellezza e la miseria del declino. La traduzione di Antonio Prete, con testo originale a fronte, è condotta all'ombra delle forme metriche baudelariane e del loro ritmo.
I fiori del male. Testo francese a fronte
"I paradisi artificiali" nasce nel 1860. In una prosa musicale e conturbante, Baudelaire studia come l'oppio e l'hascisc finiscano presto per tramutarsi, da rimedi, in affascinanti e tirannici veleni dai portentosi effetti di amplificazione, e apre uno squarcio di inesausta attualità sul giogo della dipendenza, sugli abissi dell'immaginazione. Libro bizzarro, stravagante, è un saggio mirabile e un grande poema in prosa, testimonianza di un'epoca in cui hanno radice molte delle inquietudini e dei turbamenti del nostro tempo.
I paradisi artificiali
I versi di Baudelaire - come disse Valéry - sono un mélange di solennità, di calore e di amarezza, di eternità e di intimità, una combinazione di carne e spirito, un'alleanza rarissima della volontà e dell'armonia. Baudelaire s'inebria e si disgusta nella onnipresente alternativa tra il Bene e il Male. Su tale dilemma costruisce la sua straordinaria scrittura, passando continuamente dal quotidiano all'universale, dalla pienezza della gioia alla miseria. Nel volume "Tutte le poesie e i capolavori in prosa" sono state raccolte le sue opere con testo francese a fronte: "Fiori del Male", i poemetti in prosa "Lo Spleen di Parigi", la novella "La Fanfarlo", i "Paradisi artificiali" e gli "Scritti intimi".
Tutte le poesie e i capolavori in prosa. Testo francese a fronte. Ediz...
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