Oltre lo Strega: i libri di Antonio Scurati
Aggiornato il 15 Febbraio 2023
Buona la terza. Antonio Scurati ha vinto il Premio Strega 2019 con "M. il figlio del secolo" (Bompiani), romanzo storico di oltre 800 pagine, primo di una futura trilogia, che racconta il fascismo e dove nulla è inventato. Una vittoria di cui si è detto contento soprattutto per la speranza che in molti possano leggerlo approfondendo così la conoscenza di un periodo della storia d'Italia che spera non si ripeta, neanche in forme diverse. Lo scrittore, filosofo e docente, nel momento della proclamazione ha avuto un pensiero per i ragazzi: "La conoscenza, il sapere, la lettura profonda non devono essere visti come doveri ma come piaceri", il suo invito. Ha dedicato la vittoria ai nonni e ai padri, prima sedotti e poi oppressi dal fascismo, e soprattutto a chi fra loro trovò il coraggio di combatterlo; insieme l'ha dedicata "ai nostri figli con l'auspicio che non debbano tornare a vivere quello che abbiamo vissuto cent'anni fa". Tra loro in particolare, alla figlia, Lucia.
Nato nel 1969 a Napoli, laureato in Filosofia a Milano, Scurati è ricercatore alla Iulm di Milano e coordina il Centro studi sui linguaggi della guerra e della violenza. Molto riservato, non lascia mai trapelare nulla della sua vita privata. È stato finalista al premio Strega altre due volte, con "Il bambino che sognava la fine del mondo" (Bompiani) e con "Il padre infedele" (Bompiani). Filo conduttore dei suoi libri l'attenzione costante alla storia e alla cronaca.
"Il tempo migliore della nostra vita"
Un libro (edito da Bompiani) dedicato alla Resistenza. Parte da una data precisa: l'8 gennaio 1934, il giorno in cui Leone Ginzburg, docente da pochissimo di letteratura russa, rifiutò di giurare fedeltà al fascismo. In Italia ebbero il coraggio di farlo, compreso lui, solo 13 docenti universitari su 1300. Non aveva ancora compiuto 25 anni e fu proprio in quel momento che imboccò la strada che lo condusse a diventare un protagonista della Resistenza. Intellettuale mite e inamovibile, cacciato dall'Università, morì torturato dai tedeschi in carcere a Regina Coeli il 5 febbraio del 1944. Il racconto della storia di Leone Ginzburg e della moglie Natalia Ginzburg, si svolge parallela a quella dei nonni dell’autore, persone comuni vissute sotto la dittatura e la seconda guerra mondiale. “Allora io avevo fede in un avvenire facile e lieto, ricco di desideri appagati, di esperienze e di comuni imprese. Ma era quello il tempo migliore della mia vita e solo adesso che m’è sfuggito per sempre, solo adesso lo so” scriveva Natalia Ginzburg in "Le piccole virtù"raccontando dei tre anni che condivise con il marito e i loro figli ancora piccoli al confino in un paese in Abruzzo.
Il tempo migliore della nostra vita
"Il bambino che sognava la fine del mondo"
Un bambino sonnambulo che, notte dopo notte, sogna la fine del mondo. Una pestilenza dell'anima e delle menti che si propoga da Bergamo, piccolo capoluogo lombardo affacciato "sulla grande depressione della Pianura Padana e prono al Nord ai piedi delle Alpi Orobiche". Un professore universitario disilluso chiamato a condurre un'inchiesta su questo caso. Al centro, una riflessione sul male e sui suoi confini. "Il male è proprio ciò che vi è di più immateriale, poiché muove la sua guerra accanita contro ogni essere concretamente vivente e, se lasciato fare, distruggerebbe la base stessa della creazione. Per quanto possa sembrare strano, spesso la corruzione più grande, è anche la più spirituale, tanto che in essa scompare ogni interessa tangibile. Perfino il piacere", scrive Scurati. Un romanzo tra cronaca e invenzione.
"Il padre infedele"
Il bambino che sognava la fine del mondo
La vita di un uomo diventa l'educazione sentimentale della generazione dei baby boomer degli anni Sessanta e Settanta, in bilico tra un passato spensierato e un futuro di precarietà. Il prologo muove la trama: in una cucina una donna scoppia in un pianto dirotto e improvviso. "Forse non mi piacciono gli uomini", confessa al marito. Che si sente così assolto "da ogni colpa di padre infedele". Da lì Glauco, chef quarantenne in carriera, un flash dopo l'altro, va a ritroso a ripensare al suo ingresso nell'età adulta, alla sua storia con Giulia, alla sua paternità e alla sua infedeltà. Un libro confessione, uscito per Bompiani, decisamente crudo ma capace al tempo di essere consolatorio.
Il padre infedele
Altri suggerimenti:
M. Il figlio del secolo
Il sopravvissuto (Tascabili Vol. 1001)
Il rumore sordo della battaglia
La seconda mezzanotte
Dal tragico all'osceno. Raccontare la morte nel XXI secolo
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